La nascita di un bambino è un evento incredibile. Chiunque, comunemente, pensi o immagini un bambino che viene al mondo non può che gioirne. Tuttavia, cos’è davvero il parto? Il viaggio che bambino e mamma devono compiere per lasciare la dimensione dell’utero ed incontrarsi in una nuova dimensione, fuori dalla pancia, lontani da quell’esclusività che li ha visti protagonisti prima della nascita. Un viaggio grande e complesso che a volte scorre naturalmente e che, invece, spesso viene ostacolato, pilotato e guidato dall’esterno per supposti rischi o effettiva necessità.
Dopo decenni bui dove la nascita era vista come evento medico a cui prestare assistenza esclusivamente dal punto di vista clinico salvaguardando un presunto benessere materno e fetale risultante in un’ostetricia francamente interventista, negli ultimi anni si sta portando sempre più l’attenzione alla sfera emotiva e psicologica della donna e della coppia, grazie anche al concetto di violenza ostetrica espresso in Italia per la prima volta nel 2016.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emesso a tal proposito all’inizio del 2018 nuove raccomandazioni per l’assistenza alla nascita e la riduzione di procedure assistenziali non necessarie nel rispetto del benessere della donna e del bambino. Tali raccomandazioni includono non solo gli aspetti clinici per un travaglio e un parto sicuro, ma anche elementi di assistenza che si confrontano con i bisogni psichici ed emozionali delle donne.
Oggigiorno è possibile partorire in Ospedale, in Casa o in Casa Maternità.
La scelta del luogo del parto deve essere libera e consapevole e deve basarsi sui propri desideri di assistenza in relazione anche all’andamento e al vissuto della gravidanza, non su ciò che il punto di riferimento scelto offra come metodica di assistenza standard e routinaria.
Nel 1996 l’Organizzazione Mondiale della Sanità affermava che “per donne primipare con una gravidanza a basso rischio il parto in casa era sicuro quanto quello in ospedale. Per le donne multipare a basso rischio il risultato del parto in casa era addirittura migliore del parto in ospedale . Non ci fu nessuna prova che il sistema di assistenza alle donne gravide potesse essere migliorato da una maggiore medicalizzazione dei parti.”
La Linea Guida del National Institute for Health and Care Excellence del 2014 afferma che le donne che rientrano nei criteri di fisiologia devono essere sostenute ed incoraggiate a partorire a domicilio o presso centri nascita gestiti da Ostetriche, in cui vi è maggior probabilità di avere un parto spontaneo senza interventi dannosi, mentre l’ospedale è associato ad una maggiore probabilità di parti operativi, episiotomie e tagli cesarei.
Qualunque sia la vostra scelta, ricordiamoci che il modo in cui nasciamo influenza in maniera determinante la Vita ed il nostro modo di porci di fronte al cambiamento, alla novità, alla gioia, alla difficoltà. Rispettiamola, ovunque avvenga.
Per saperne di più: