La gravidanza è certamente un momento particolare nella vita di una donna, di una coppia e di una famiglia. Momento di cambiamento fisico, di radicamento familiare, di cambiamento delle abitudini quotidiane e lavorative, di sogni e di pensieri sereni alternati, ben spesso, ad ansie, timori e malesseri, alimentati da miti e credenze popolari, esperienze vissute e raccontate, elevazione ad uno status di salute che richiede un controllo specifico.

La gravidanza, tuttavia, è un complesso fenomeno fisico, psicologico ed emotivo, ma pur sempre naturale e radicato nella normalità del processo fertile e riproduttivo.

L’Ostetrica è la figura professionale di riferimento raccomandata per l’assistenza alla gravidanza ed è abilitata a seguire in autonomia le gravidanze fisiologiche.

Il modello di assistenza ostetrica trova il suo fondamento nel concetto che la gravidanza e la nascita sono eventi fisiologici basati sulla naturale capacità della donna di vivere l’esperienza della nascita, accompagnata dalla quantità minima di interventi necessari. Spesso a questo modello è associato anche l’obiettivo di assicurare la continuità dell’assistenza attraverso la presa in carico da parte dell’ostetrica per tutto il percorso nascita.

In base alla Linea Guida per l’assistenza alla Gravidanza Fisiologica:

Alle donne con gravidanza fisiologica deve essere offerto il modello assistenziale basato sulla presa in carico da parte dell’ostetrica/o. Questo modello prevede, in presenza di complicazioni, il coinvolgimento di medici specializzati in ostetricia e di altri specialisti.

A questo modello risultano associati diversi benefici per la madre e il bambino:

    • riduzione dell’incidenza di ricoveri prenatali e di perdite fetali/morti neonatali prima delle 24 settimane
    • minore frequenza di ricorso ad anestesia/analgesia locale
    • minore frequenza di ricorso all’uso di forcipe e di ventosa (parto operativo)
    • minore frequenza di ricorso all’uso di episiotomia
    • maggiore percezione di controllo durante il travaglio
    • incremento del tasso di inizio di allattamento al seno
    • maggiore soddisfazione delle donne
    • minore frequenza di ricorso a interventi ostetrici come l’induzione al parto
    • minore frequenza di ricorso al monitoraggio elettronico fetale

Le raccomandazioni sottolineano anche che:

    • L’esame pelvico di routine non è raccomandato come strumento predittivo di nascita pretermine o sproporzione cefalo-pelvica.
    • Alle donne a basso rischio non deve essere offerto lo screening del parto pretermine, poiché non vi sono prove che dimostrino l’accuratezza dei test disponibili.
    • Nelle donne in gravidanza a basso rischio non sono raccomandate né la stima ultrasonica delle dimensioni fetali in feti sospetti di essere grandi per l’età gestazionale né valutazioni Doppler di routine.
    • Le prove di efficacia non rilevano benefici derivanti dalla esecuzione di un’ecografia di routine dopo 24 settimane in donne in cui non sia stata identificata una specifica indicazione.
    • La presentazione fetale deve essere diagnosticata a 36 settimane o successivamente, epoca a partire dalla quale può influenzare la pianificazione del parto.
    • Il conteggio formale di routine dei movimenti fetali percepiti non è raccomandato.
    • In donne con gravidanza senza complicazioni non deve essere proposta la cardiotocografia per la valutazione del benessere fetale.ù
    • Le prove di efficacia non rilevano benefici derivanti dalla esecuzione di un’ecografia di routine dopo 24 settimane in donne in cui non sia stata identificata una specifica indicazione.

Pertanto, è possibile – e raccomandato dagli studi più aggiornati in ambito materno-infantile – farsi seguire in gravidanza da un’Ostetrica che accompagnerò la donna, la coppia ed il bambino in tutto il percorso nascita, dal concepimento al primo anno di vita.

Per saperne di più:

Assistenza alla Gravidanza